sabato 15 giugno 2013

Chiusura delle ostilità

Sulla scia della mia forte passione per la Storia in tutte le sue sfaccettature, ma con particolar interesse riservato alle battaglie, ho deciso di esplorare il secolare, se non addirittura millenario, tema dell'interconnessione tra esigenze strategiche e tecnologia. Conscio del fatto che una trattazione esaustiva avrebbe richiesto ben più di un semestre e di un singolo blog, mi sono imposto di limitare, dove possibile, l'ambito di indagine alla Prima Guerra Mondiale, in quanto rappresentativa dello spirito di innovazione (non sempre a fini di progresso pacifico, purtroppo) caratterizzante il XX secolo. Ecco in breve il riassunto del mio percorso di analisi, dotato di link ai singoli post:


Dopo una breve premessa, volta più che altro a servire da benvenuto a chiunque visiti il blog, oltre che ad introdurre l'opera di narrativa cui farò riferimento in seguito, esordisco con una riflessione scaturita dalla prima lezione del corso di Storia della Tecnologia: evoluzione umana e sviluppo tecnologico procedono di pari passo e risentono all'unisono delle scelte morali compiute da ogni singolo individuo, per l'occasione raffigurato metaforicamente dalla scimmia con la quale Kubrick inaugura il suo "2001: Odissea nello Spazio". Si entra quindi nel vivo dell'argomento, con il riassunto della Prima Guerra Mondiale sotto forma di abbecedario, dalla A di Aviazione fino alla Z di Zar. Il post, corredato da un'immagine e una descrizione-lampo per ciascuna lettera, si sofferma ovviamente sugli aspetti strategici, senza disdegnare tuttavia l'ambito puramente storico. Segue un approfondimento sull'atmosfera di fondo del libro-guida, tra la vita di trincea e le innovazioni tecnologiche in gioco, a cui allego il link all'ebook corrispondente. La parentesi sul brevetto n°6469 è frutto della visione di un documentario dedicato ai retroscena della vita di Abramo Lincoln, sedicesimo presidente degli Stati Uniti: oltre che risultare impacciato con le donne e dimostrare inclinazione alle scazzottate nei pub, egli si fa notare anche per le sue invenzioni, tra cui quella di un sistema di galleggiamento d'emergenza. Decido poi di abbandonare momentaneamente il mondo occidentale per spaziare fino al Lontano Oriente di Qin Shihuang e dell'esercito di terracotta posto a guardia delle sue spoglie mortali. Ritornando quindi sui campi di battaglia del Vecchio Continente, presento una carrellata di istantanee dal set di "War Horse", il film che inquadra gli ultimi episodi di sconsiderato eroismo vissuti dalla cavalleria, ormai inadeguata di fronte al fuoco delle armi automatiche, come sottolineato dal video della carica del reggimento inglese che ne uscirà decimato. Un parallelo tra gli assedi medievali e la guerra di logoramento diventa protagonista nel post "Una guerra senza sconti", con particolare riguardo alle implicazioni finanziare. Dal materialismo dei costi bellici si passa invece ad una dimensione decisamente più elevata, quella dei War Poets, i poeti improvvisati che catturano la quotidianità della vita di trincea trasformandola in fonte d'ispirazione per sonetti abbozzati tra un assalto e l'altro. Assalti che spesso vengono condotti senza un minimo di scrupolo da ufficiali pronti a tutto per conservare i propri galloni, come nel caso della scena di "Uomini contro" dove compaiono le corazze Farina, difese personali metalliche che rivelano fin da subito la loro inefficacia nel ridurre la capacità di penetrazione dei proiettili nemici. Una cartina geografica dell'Europa del 1914 fissa invece una situazione territoriale che di li ad appena un lustro subirà uno sconvolgimento non indifferente. A dimostrazione che la Strategia Militare sia una campo d'indagine antichissimo, ecco la testimonianza del "Sun-Tsu", che dal bambù ricorda le tecniche in uso nella Cina pre-unificazione. E' quindi la volta di una lunga ed approfondita rassegna che ripercorre l'epopea del carro armato, dalla sua versione medievale fino alla potenza di fuoco dell'Abrahms in forza ai Marines, senza dimenticare i progetti di Leonardo e naturalmente la sua comparsa nella Terra di Nessuno tra le trincee, dove  tuttavia mieteva meno vittime di un'arma decisamente più letale, il gas, in uno degli esempi storicamente più significativi e al tempo stesso crudeli di Guerra Chimica.  Due video in sequenza illustrano quindi, rispettivamente, il casus belli alla base dello scoppio della Prima Guerra Mondiale (insieme a qualche anticipazione sull'introduzione dell'aereo e di altre tecnologie) e i modelli di blindato che ciascuna potenza decide di schierare prima del 1918. Non viene dimenticato nemmeno l'ambito sanitario, grazie ad una descrizione delle pratiche in uso negli ospedali da campo. L'aeronautica è rappresentata tanto dalla storia del dirigibile quanto da uno spezzone del film "Giovani Aquile", due post separati da una riflessione nella mia seconda lingua, il Francese, che funge da introduzione per l'articolo "Guerre" dell'Encyclopédie di Diderot e D'Alembert, in quel periodo argomento di discussione in classe. Tornando coi piedi per terra, l'atmosfera si scalda a causa del lanciafiamme, per poi rilassarsi nuovamente nel momento in cui individuo tre fumetti "bellici". Un paio di citazioni, attribuite a Napoleone e Yeltsin, aprono la strada all'evoluzione nei secoli della baionetta, mentre alcuni brani musicali di successo compongono il post successivo che si focalizza sul rapporto tra musica e guerra. Se tuttavia i cantautori prediligono di norma posizioni pacifiste, lo stesso non si può certo dire per i Futuristi di inizio secolo, che vedono nella Grande Guerra "l'igiene dei popoli". Una manciata di francobolli, tra cui spiccano alcuni originali emessi proprio mentre al fronte impazzava il conflitto, chiude la sequenza di post dedicati agli articoli collaterali. Leonardo da Vinci viene quindi eletto testimonial del blog in nome del suo genio spesso prestato alla guerra. Occhio poi a non pungersi con il brevetto del filo spinato, che anticipa il brano tratto da "Terramatta" in relazione al documentario visionato durante il corso, in cui trovano spazio le parole stentate di un semianalfabeta che s'inventa un diario autobiografico dal grande coinvolgimento emotivo. Gli archivi RAI offrono in seguito un approfondimento sulla tecnologia della Grande Guerra, in cui interviene tra gli altri, in qualità di consulente, il Professor Vittorio Marchis del Politecnico di Torino. Per gli amanti delle cronologie, eccone poi una in lingua inglese, ricca di illustrazioni personalmente ricercate in lungo e in largo sul web, capace di far rivivere la Storia delle Armi a partire dalla Preistoria fino ai laser e al condizionamento psicologico. L'articolo che segue sembra invece contraddire il percorso di continuo perfezionamento appena illustrato, in quanto pone l'accento sulle mazze ferrate usate come arma da combattimento corpo a corpo in trincea. Come protagonista indiscusso del conflitto viene dunque scelto Manfred Von Richtofen, altrimenti noto col soprannome di "Barone Rosso", capace di spuntarla in decine di duelli aerei prima dell'abbattimento a pochi mesi dal termine della guerra. La rivista Focus regala un'intervista sul tema della strategia ad uno scrittore di fama internazionale, Alessandro Barbero, più volte invitato negli studi di Superquark nel ruolo di opinionista storico. Un nuovo angolo dedicato alla poesia ospita componimenti a sfondo bellico di Apollinaire, Brecht e Quasimodo, mentre l'arte continua a dire la sua con il mistero dell'affresco perduto di Leonardo nel Salone dei Cinquecento a Firenze. In tema di ricorrenze, spicca il resoconto dello Sbarco in Normandia del 6 giugno, seguito a quattro giorni di distanza dall'impresa del sottomarino italiano MAS 15 nei confronti della marina austroungarica. L'apporto decisivo delle armi automatiche al sorgere della Guerra Moderna è fotografato dal post dedicato alla mitragliatrice. La nascita dell'Aviazione Italiana trova fondamento nella testimonianza di Giulio Douhet, mentre un lungo articolo provvede a descrivere l'unica arma ancora mancante all'appello, ovvero la granata.  Gli Arditi incarnano invece la capacità dell'uomo di ovviare all'arretratezza strategica grazie al proprio coraggio e spirito di sacrificio. In chiusura, l'Europa dai confini profondamente riscritti campeggia su una cartina che sarà destinata a venire nuovamente cestinata nel giro di appena un ventennio, con la Seconda Guerra Mondiale.

Che dire, un'esperienza sicuramente costruttiva e in certi frangenti perfino ad alto tasso emotivo, che auguro risulti altrettanto piacevole a chiunque metta piede in questo blog. A presto e grazie a tutti per l'attenzione!

Luca Distasi

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