mercoledì 8 maggio 2013

Inastare le baionette!!

"Con le baionette si può fare di tutto tranne che sedervisi sopra"- Napoleone Bonaparte

"Si può costruire un trono con le baionette, ma non ci si siederà su di esso a lungo"- Boris Yeltsin 





La leggenda vuole che la nascita della baionetta sia dovuta all'inventiva di un manipolo di soldati assediati che infilarono i loro coltelli nelle canne degli archibugi per un'estrema, disperata, difesa. E pare che l'origine del nome sia legata a Bayonne, la città situata nei cosiddetti "Paesi Baschi francesi", nel Sud della Francia, che aveva una lunga tradizione nella produzione di armi bianche.
A partire dal Seicento, la baionetta fu adottata da tutti gli eserciti, dimostrandosi arma efficace nel corpo a corpo o, quando veniva montata su lunghi fucili, contro le cariche di cavalleria. Inizialmente era del tipo "a spina", cioè infilata direttamente nella canna, ma questa soluzione non consentiva contemporaneamente di sparare durante l'assalto; furono perciò studiati dei modelli esterni alla canna stessa, con attacco a incastro girevole. Le lunghe lame (le cui dimensioni arrivavano fino a 80 centimetri) piatte, triangolari o cruciformi dei combattenti delle campagne napoleoniche erano di grande effetto, ma presentavano l'inconveniente di tendere ad incastrarsi nel corpo del nemico; all'inizio del '900 erano ormai già considerate superate, sostituite da lame più corte e maneggevoli, più simili a pugnali.


Nelle trincee e tra i reticolati della Grande Guerra, che vide morire milioni di soldati in assalti all'arma bianca, queste lame di formato ridotto mostrarono tutta la loro praticità. La Germania  sviluppo’ una grande varieta’ di baionette: gli scienziati del Secondo Reich si inventarono anche uno speciale adattatore che permetteva di innestare sui fucili tedeschi Gewehr 98 qualsiasi tipo di baionetta, comprese quelle di fabbricazione nemica I Francesi invece si inventarono una lama cilindrica “ad ago”, ritenuta particolarmente devastante per infliggere gravi ferite ai nemici, al che i tedeschi  risposero con la lama seghettata, prerogativa dell'equipaggiamento dei genieri, talvolta impiegata anche per semplici lavori manuali quotidiani.  Le strategie francesi, come quelle di tutte le potenze mondiali che sarebbero precipitate nel conflitto, traevano diretto spunto dall’arte della guerra del secolo precedente: non a caso, proprio in quest’ottica la baionetta, che aveva marcato la differenza sui campo napoleonici, veniva riconfermata nel suo importante e irrinunciabile ruolo bellico. Gli Inglesi si mostrarono sempre scettici nei confronti di quest'arma: lo stesso addestramento militare previsto per i “Tommies” inglesi prevedeva un impiego molto limitato della baionetta. Questa, tra le altre cose, risultava scomoda da estrarre dal corpo di un soldato trafitto in combattimento ravvicinato, distraendo pericolosamente l’attaccante e rendendolo certamente vulnerabile e temporaneamente privo di armi.



 Dal Secondo conflitto mondiale, col diffondersi delle armi automatiche, le baionette furono considerate ormai obsolete: si trasformarono in accessori secondari e vennero usate, per esempio, come normali coltelli da campo. Oggi le baionette svolgono la funzione di coltelli da combattimento a doppio taglio, sono rapidamente innestabili anche su fucili di assalto e presentano utilizzi secondari talvolta singolari, quali quello di sonda per mine o, quando sono unite al fodero, di tranciacavi.




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