"Niente di nuovo sul Fronte Occidentale" non rappresenta soltanto una riuscita autobiografia (per quanto ambientata dal punto di vista di un personaggio di fantasia), capace di fotografare con estrema lucidità la vita di un giovane studente volontario tedesco, ma di origini italiane, negli anni 1914-1918. Se si trascende l'aspetto narrativo, non risulta difficile cogliere tra le righe numerosi riferimenti a tutto ciò che giorno dopo giorno avrebbe sconvolto l'esistenza del protagonista e dei suoi compagni di sventure: le granate a frammentazione, le mitragliatrici dal rateo di fuoco fino a pochi anni prima inimmaginabile, i bombardamenti a lunga gittata, la stessa architettura complessa e razionalmente efficiente delle fortificazioni difensive, e chi più ne ha, più ne metta. Senza considerare che i vari personaggi non sopravvivono abbastanza a lungo per assistere alla comparsa di altre "diavolerie" del calibro dei primi rudimentali carri armati, né possono venire a conoscenza delle battaglie che vengono combattute sopra le loro teste, durante le quali ronzano le eliche di biplani dall'aerodinamica ancora decisamente primitiva, ma non per questo meno significativi dal punto di vista del fervore tecnologico che caratterizzava i primi anni del XX secolo. Si dovrebbero inoltre aggiungere tutte quelle armi impiegate su scenari diversi da quelli calcati dagli uomini del libro, come i gas di Ypres del 1915, che contribuiscono a fare della Prima Guerra Mondiale una vera e propria fucina di invenzioni, per quanto a fini di massacro. E' infatti opinione comune degli storici quella secondo cui la Guerra costituisce uno dei principali motori dell'innovazione tecnica. Lo spirito del romanzo riesce in ogni caso a cogliere una profonda rivoluzione nell'ambito della strategia militare: se in passato compito del generale di successo era quello di saper tirare fuori il meglio dalle proprie truppe, destreggiandosi su qualsiasi terreno, con l'imporsi della guerra moderna, fatta di sotterfugi, massacri indiscriminati e soldati ridotti a mere cifre, buona parte del risultato di uno scontro dipende dalla velocità con la quale si schiera l'ultimo prototipo di mortaio appena sfornato dall'industria nazionale. Una novità che verrà ampiamente discussa in questo blog, insieme ovviamente all'analisi il più possibile dettagliata di tutte le soluzioni belliche sopra accennate; nell'attesa, ecco il link all'edizione integrale, in lingua inglese, dell'opera di riferimento. Buona lettura!
http://www.deltasd.bc.ca/bu/Staff/assets/AQOTWF.pdf
Luca Distasi
Nessun commento:
Posta un commento