L'Europa che fa da scenario al crescere della tensione, all'inizio del 1914, presenta confini ben definiti, frutto di un periodo di relativa pace che rimonta fin quasi alla guerra Franco-Prussiana del 1870; al centro spicca la Germania in forte espansione economica, capace di dare filo da torcere alla Corona Britannica (che controlla ancora l'Irlanda meridionale), tradizionale guida del continente al fianco di una Francia decisamente ridimensionata rispetto ai fasti napoleonici del secolo precedente. Nella penisola iberica, Spagna e Portogallo (quest'ultimo sfruttato anche come base navale dall'Inghilterra) rimpiangono i loro decaduti imperi coloniali, mentre l'Impero Austroungarico mira a salvaguardare il proprio territorio dai focolai indipendentisti che incendiano i Balcani. Ad est, l'influenza dello Zar Nicola II si protende fin nel cuore della Polonia, da sempre zona di spartizione per le potenze centro-orientali e finisce per entrare in conflitto con gli interessi del moribondo Impero Ottomano, bel lontano dall'estensione geografica su cui potevano contare i califfi medievali. Al centro del Mediterraneo, una neonata Italia, ancora in fase di ripresa dopo le divisioni post-risorgimentali, guarda con bramosità alle regioni del Trentino e di Trieste, in mano agli Austriaci. Qua e là, stati cuscinetto neutrali, quali Svizzera e Paesi Bassi, temono che le ostilità finiranno per coinvolgerli loro malgrado. Fissate per alcuni minuti la cartina pubblicata in cima alla pagina. Fatto? Bene, ora scordatevela pure: a guerra conclusa, il Vecchio Mondo avrà subito il più grande sconvolgimento territoriale dall'epoca del crollo dell'Impero Romano d'Occidente. Ebbene sì: il fuoco di un mortaio è capace di tracciare un confine molto più rapidamente di quanto possa riuscirvi il migliore dei cartografi...
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